EMOZIONI: RICONOSCERLE PER GESTIRLE

BAMBINI ED EMOZIONI

Spesso tendiamo a vedere l’età dell’infanzia come un periodo felice e spensierato, senza problemi. Pensiamo al bambino dicendoci “Beato lui/lei che non ha ancora pensieri e preoccupazioni.”

In realtà non sempre è così, anche i bambini si trovano a fare i conti con alcune frustrazioni e sofferenze: può essere per la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, la relazione con i genitori, le difficoltà scolastiche o la difficoltà ad ambientarsi in una scuola, i problemi con i compagni o con l’insegnante, la mancanza di una persona cara, un trasloco, …

A volte facciamo fatica a rendercene conto, non per indifferenza di fronte al loro disagio, ma perché per i bambini è complesso esprimere verbalmente le loro emozioni e spesso non riescono neppure a riconoscerle.

L’IMPORTANZA DI RICONOSCERE LE EMOZIONI

È importante che gli adulti imparino a riconoscere i segnali di richiesta d’aiuto del bambino:

irritabilità, difficoltà del sonno, enuresi notturna, aggressività, scarsa autostima, … sono alcuni esempi di come questi segnali possono manifestarsi.

Inoltre è importante che i bambini stessi per poter star meglio siano educati a riconoscere e a gestire le proprie emozioni, ma come?

Innanzitutto dobbiamo aiutarli a verbalizzare le loro emozioni così che possano imparare a identificarle. È importante osservare e ascoltare il bambino così da poter captare eventuali segnali, comunicare chiedendogli cosa stia provando in un determinato momento: “Sembri arrabbiato, cosa forse perché il tuo amico non ha voluto giocare con te?”, “Sembri triste, è perché la mamma non è venuta a prenderti a scuola?”, “Oggi sembri proprio felice, è perché domenica andiamo in gita tutta la famiglia?”, “Sei contenta perché ha preso un bel voto nella verifica?” …

Insieme, attraverso il dialogo, l’ascolto e il gioco, possiamo imparare a riconoscere le emozioni, nostre e degli altri. Solo dopo averle riconosciute possiamo pensare di imparare a gestirle.

Saper riconoscere e gestire le proprie emozioni è il primo passo per star bene e crescere bene.

“L’ATELIER DELLE EMOZIONI GENITORI – FIGLI”

Piccoli spunti pratici, utili per IMPARARE con i nostri bambini a riconoscere le emozioni saranno presentati durante il laboratorio pedagogico “L’ATELIER DELLE EMOZIONI GENITORI – FIGLI” sabato 26 novembre ore 14,30-16,00 in via Buniva 14 Pinerolo. Si tratta di un primo passo di un percorso pedagogico che possa dare a genitori e figli   input utili per riconoscere e gestire le EMOZIONI e contemporaneamente sia capace di sviluppare la loro sensibilità empatica nei confronti degli altri.

EMOZIONI GENITORI_FIGLI_novembre

Dott.ssa Laura Giarrusso

AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO

Il cambiamento spesso ci spaventa,  ci preoccupa, sia di fronte alle esperienze negative  che a quelle positive.

Se però ci soffermiamo un attimo a pensarci ci rendiamo conto che esso fa parte della vita, della natura. Si nasce, si cresce e si muore, le stagioni durante l’anno cambiano (primavera, estate, autunno, inverno), le ventiquattro ore della giornata sono divise tra giorno e notte.

La stessa famiglia cambia nel ciclo della vita: ogni gruppo familiare passa attraverso una serie di stadi che richiedono dei cambiamenti di ruolo all’interno della famiglia, con processi di adattamento che implicano la capacità di affrontare con successo i compiti specifici di ogni periodo della vita e le difficoltà transitorie che si presentano. Il processo evolutivo che la famiglia compie nel corso degli anni attraverso il passaggio da una fase all’altra, è un processo di continua ristrutturazione della trama dei rapporti tra i componenti della famiglia stessa. Le fasi di passaggio sono quelle più delicate, perché comportano un riadattamento che coinvolge tutti i membri della famiglia, le più cruciali da considerare sono, secondo Carter e Mc Goldrick (“L’intersoggettività della famiglia. Procedure multi-metodo per l’osservazione e la valutazione delle relazioni familiari”, a cura di Silvia Mazzoni, M. Tafà, ed. Franco Angeli, 2016) :

1- la formazione della coppia con il distacco dalle famiglie d’origine,

2- la nascita dei figli con l’assunzione del ruolo di genitori,

3- le progressive fasi di crescita dei figli (dai primi anni all’età scolare),

4- i figli adolescenti e tardo adolescenti,

5- l’uscita di casa dei figli, ormai giovani adulti,

6- la famiglia nella fase del pensionamento e della vecchiaia.

In ciascuno di questi momenti, come pure in tutti i casi di eventi imprevisti che sembrano modificare questo percorso “ideale” (il matrimonio, la nascita di un figlio, il diventare genitore), la famiglia è chiamata ad attivare le proprie risorse per far fronte ai cambiamenti, strutturando un nuovo equilibrio che si manterrà fino alla fase successiva.

Il cambiamento spaventa: cambiare il proprio ruolo o mansione, da figlio a genitore, da dipendente a libero professionista, da studente a lavoratore. E poi ci sono gli imprevisti della vita, a cui non siamo stati preparati, un incidente, una malattia, un abbandono, …

Come fare ad affrontare con maggiore serenità il cambiamento?

Ne parleremo con la dott.ssa Laura Giarrusso (Pedagogista-Mediatore dei conflitti) e la dott.ssa Enrica Gagliardi  (Psicologa-Psicoterapeuta) all’Atelier delle Emozioni Adulti a partire da venerdì 4 novembre ore 20-22 in via Buniva 14 Pinerolo.

INFO E ISCRIZIONI

Dott.ssa Laura Giarrusso: 333.4913465

Dott.ssa Enrica Gagliardi: 338.6604351

SITOPROGRAMMA:

VENERDÌ 04 NOVEMBRE 2016  ORE 20,00-22,00 Così non mi va! … Pensare in modo diverso.

VENERDÌ 11 NOVEMBRE 2016 ORE 20,00-22,00 Il mio pensiero cambia… Che emozione!?!

VENERDÌ 18 NOVEMBRE 2016 ORE 20,00-22,00 E ora che si fa? …Si cambia!

VENERDÌ 25 NOVEMBRE 2016 ORE 20,00-22,00 Affrontare il cambiamento …Ci riuscirò?

 

ACCOMPAGNAMENTO ALLA GESTIONE CONDIVISA DEI FIGLI IN CASO DI SEPARAZIONE E DIVORZIO

separazione

Quando i genitori decidono di separarsi è importante che i figli siano adeguatamente informati sul cambiamento che sta vivendo la propria famiglia, che non si sentano  causa del conflitto tra i genitori e che continuino a beneficiare di una relazione positiva con tutti i membri della famiglia. Qualche volta per i coniugi non è facile e questo passaggio viene trascurato. Accade  che  durante il periodo che precede e segue la separazione si riducano le loro “capacità genitoriali”, trovando così difficoltà ad ascoltare e affrontare le esigenze di crescita dei figli, di riconoscere i bisogni e le richieste distinguendole dalle necessità degli adulti.  I motivi possono essere diversi: perchè concentrati ad affrontare i loro problemi, perchè impegnati nel conflitto coniugale, perchè cercano di investire in altri campi affettivi o lavorativi, … trascurando così la relazione con i figli.

Non è sicuramente facile e non esiste un metodo infallibile, ma attraverso un buon orientamento genitoriale ed una maggiore attenzione ai bisogni dei figli, è possibile vivere la separazione in modo meno doloroso.

Il Pedagogista può offrire il proprio aiuto per orientare i genitori a prestare maggiore attenzione ai bisogni dei figli, per affrontare costruttivamente il cambiamento delle relazioni familiari , e per accompagnare il bambino in questo nuovo percorso che coinvolge la sua famiglia.

Il Pedagogista in particolare può:

  • aiutare i genitori a comunicare ai figli la loro scelta;
  • aiutare i genitori a mantenere e rinforzare la coppia genitoriale nonostante la fine del loro rapporto come coniugi;
  • aiutare mamma e papà a comunicare tra loro;
  • aiutare i genitori a riconoscere e comprendere i bisogni dei propri figli;
  • aiutare i genitori nella relazione educativa ed affettiva con i figli;
  • aiutare a costruire una relazione con gli eventuali nuovi compagni dei genitori;
  • aiutare genitori e figli ad affrontare le problematiche legate alla famiglia ricostituita.

Il pedagogista pone la sua attenzione sulla tutela del minore. Attraverso un percorso fondato sul problem-solving accompagna il/i genitore/i a capire come affrontare il cambiamento e ritrovare il benessere nelle relazioni. Il pedagogista pone la sua attenzione sui comportamenti che possono essere motivo di malessere all’interno della relazione.

Il pedagogista può essere contattato dai genitori o dall’avvocato che li metterà in contatto con il professionista.

Nel caso in cui il pedagogista rilevasse l’emergere di bisogni e di problematiche che non sono di sua competenza, la persona verrà indirizzata ad altri professionisti.

Il pedagogista arriva alla mediazione familiare passando attraverso la genitorialità, non parte dal dialogo tra i coniugi, ma focalizza l’attenzione sul bambino, di cui entrambi sono responsabili. È il bambino ad essere al centro, si lavora in primis per lui e dopo si arriva alla mediazione.

Dott.ssa Laura Giarrusso

Pedagogista-Consulente educativo e familiare