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Dott.ssa Laura Giarrusso
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L’ADULTO ADHD

02/06/202502/06/2025 Dott.ssa Laura Giarrusso Blog

Criteri diagnostici e classificazioni

La definizione di Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività è contenuta nel DSM-V, secondo il quale, per poter porre diagnosi di ADHD, un bambino deve presentare almeno 6 sintomi per un minimo di sei mesi e in almeno due contesti; inoltre, è necessario che tali manifestazioni siano presenti prima dei 7 anni di età e soprattutto che compromettano il rendimento scolastico e/o sociale.

Se un soggetto presenta esclusivamente 6 dei 9 sintomi di disattenzione, viene posta diagnosi di ADHD – sottotipo disattento; se presenta esclusivamente 6 dei 9 sintomi di iperattività-impulsività, allora viene posta diagnosi di ADHD – sottotipo iperattivo-impulsivo; infine se il soggetto presenta entrambe le problematiche, allora si pone diagnosi di ADHD – sottotipo combinato.

L’American Psychiatric Association (APA) nel DSM-5 specifica che: ·I sintomi iperattivi-impulsivi o di disattenzione che causano le difficoltà devono essere presenti prima dei 12 anni. ·I problemi causati dai sintomi devono manifestarsi in due o più contesti (es. a casa, a scuola o al lavoro; con amici o parenti; in altre attività). ·Vi è una chiara evidenza che i sintomi interferiscono con, o riducono, la qualità del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.  ·I sintomi non si presentano esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o di un altro disturbo psicotico e non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale (es. disturbo dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo dissociativo, disturbo di personalità, intossicazione o astinenza da sostanze). 

Studi sulla popolazione indicano che l’adhd si verifica nella maggior parte delle culture in circa il 5% dei bambini e il 2,5% degli adulti. I tassi di prevalenza nei bambini e negli adolescenti rappresentano valori medi in tutta la fascia di età, ma la prevalenza di picco può essere molto più alta in alcune fasce di età, ad esempio il 13% nei ragazzi di 9 anni. Si stima che la prevalenza universale di ADHD negli adulti sia del 2,8%, con tassi più elevati nei paesi ad alto reddito (3,6%) rispetto ai paesi a basso reddito (1,4%).

Studi longitudinali che seguono campioni clinici di bambini con ADHD documentano un declino generale dei sintomi; I dati meta-analitici stimano che il 15% dei pazienti persisterà con criteri diagnostici completi in età adulta e il 40-60% dei pazienti sarà classificato come remitter parziale. La prevalenza negli adulti è superiore a quanto ci si aspetterebbe dai tassi di persistenza dei bambini, suggerendo l’emergere di nuovi casi durante lo sviluppo.

L’ereditabilità per l’ADHD è alta e la maggior parte delle stime varia tra il 70% e l’80%.

Fattori neurobiologici

Attualmente il disturbo da iperattività, impulsività e disattenzione viene considerato un disturbo ad eziologia primariamente neurobiologica, nonostante altri fattori contribuiscano all’espressione e al mantenimento della sindrome. L’ipotesi neurobiologica è stata alimentata nel corso degli ultimi anni sia dai dati derivanti dai deficit neuropsicologici tipici dei bambini affetti dalla sindrome sia dagli studi di neuroimaging. Recenti modelli teorici sull’ADHD hanno messo in relazione la sintomatologia ADHD con un deficit delle funzioni esecutive. La genesi del deficit delle funzioni esecutive è stata storicamente associata ad una disfunzione alla corteccia prefrontale nello studio di molti disturbi psichiatrici e neurologici sia negli adulti che nei bambini. La correlazione tra la presenza di disfunzioni a livello della corteccia prefrontale e ADHD può essere evidenziata sulla base di studi che mettono in evidenza alterazioni in quest’area.

Le tecniche di neuroimmagine funzionale hanno messo in evidenza la probabile rilevanza delle vie metaboliche neurochimiche (dopamina, noradrenalina e serotonina) coinvolte nell’eziologia dell’ADHD:
•  Dopamina : è coinvolta nella regolazione dell’attività motoria e delle funzioni limbiche, ma anche nell’attenzione e nella cognizione, in particolare nel funzionamento esecutivo e nell’elaborazione della ricompensa. Svolge un importante ruolo nell’adattamento comportamentale e nei processi anticipatori necessari a preparare l’azione volontaria che segue l’attenzione.
•  Noradrenalina : regola importanti funzioni cognitive come la memoria di lavoro e il controllo inibitorio, principalmente attraverso le sue proiezioni, che hanno origine nel locus coeruleus e innervano più aree della corteccia, del talamo e del cervelletto. Si ritiene che l’innervazione della corteccia prefrontale da parte delle vie noradrenergiche sia particolarmente importante nell’ADHD: i meccanismi di rilascio di noradrenalina e dopamina sono intimamente collegate alla PFC.
•  Serotonina : è coinvolta nella regolazione dell’umore e delle emozioni e svolge un ruolo importante nell’inibizione. I neuroni dei nuclei del rafe nella linea mediana del tronco encefalico sono la principale fonte di serotonina nel cervello. Gli assoni dei neuroni dei nuclei del rafe superiore si diffondono nel cervello con forti proiezioni nella PFC, mentre gli assoni originari nei nuclei del rafe inferiore si proiettano al cervelletto e al midollo spinale.

Sintomatologia nell’ adulto

Il quadro clinico si caratterizza in una variegata serie di problematiche che limitano la maggioranza delle aree di vita di questi soggetti. Nel dettaglio le caratteristiche che più frequentemente si presentano nell’adulto sono:
– disattenzione cronica esplicabile in diverse forme (distraibilità, scarsa capacità nel prestare e mantenere a lungo l’attenzione e nel portare a termine i compiti affidati, propensione ad evitare impegni che richiedono uno sforzo mentale protratto nel tempo, incapacità di mettere a fuoco la tematica principale, dimenticanze ecc..);
– impulsività comportamentale e verbale (agitazione, difficoltà a stare seduto, fare le cose senza pensare alle conseguenze, non rispettare i turni di parola all’interno di un dialogo, essere logorroici, ecc…);
– disorganizzazione (caos e casualità nella pianificazione di pensiero e azione);
scarse capacità sociali e di mentalizzazione;
sensazione di noia e difficoltà ad essere soddisfatti con lo svolgimento del proprio lavoro o di altri aspetti della vita quotidiana;
– frustrazione immediata di fronte a circostanze di ritardo;

– labilità emotiva.

Rischi ADHD non diagnosticato

•una storia di scarso rendimento scolastico,

•un eccesso di separazioni e divorzi,

•maggiori probabilità di difficoltà lavorative,

•sfavorevoli condizioni socioeconomiche,

•maggior rischio di incidenti, •abuso di sostanze.

Bibliografia

C. MANCACCI, G. MIGLIARESE (a cura di), ADHD nell’adulto, dalla diagnosi al trattamento, Edra, Milano, 2022

G. LEVI, M. ROMANI, M. ROELLO, Psicopatologia dello Sviluppo e Neuropsicologia: polarizzazione delle sindromi e costellazioni di personalità, Gior Neuropsich Età Evol 2007, pp. 111-112
G. M. MARZOCCHI, I. BACCHETTA, Quali sono le cause dell’ADHD? Il contributo delle neuroscienze, Psicologia Clinica dello Sviluppo, N. 2, Agosto 2011, p. 312-313

M. BIONDI (a cura di), American Psychiatric Association, DSM-V, Raffaello Cortina Editore, Milano 2013 p. 71

R. DRECHSLER, S. BREM, D. BRANDEIS, E. GRÜNBLATT, G. BERGER, S. WALITZA,

ADHD: Current Concepts and Treatments in Children and Adolescents, 19 giugno 2020 in https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32559806/

J. POSNER, G.V. POLANCZYK, E. SONUGA-BARKE, 23 gennaio 2020, in www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7880081/

Dott.ssa Laura Giarrusso

Psicologa Comportamentale e Cognitiva Applicata (iscritta all’albo con n.11596), Pedagogista, esperta in Neuropsicologia 

Via Buniva 14 Pinerolo (To)

Corso Moncalieri 1 Torino

tel. 3334913465   dottoressalauragiarrusso@gmail.com   www.lauragiarrusso.it

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Dott.ssa Laura Giarrusso

Sono Psicologa Comportamentale e Cognitiva Applicata (iscritta all'albo con n.11596) e Pedagogista con una passione per la Neuropsicologia. Dal 2016 collaboro con l'associazione ADHD Piemonte Famiglie Associate ODV.

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