Sbagliare è umano correggere è diabolico

Sbagliare è umano correggere è diabolico – Maria Montassori

Una delle cose che, in ogni modo, l’insegnante non deve fare, è di interferire per lodare, per punire o correggere errori. Sembra a molti educatori un principio sbagliato ed essi sono contrari al nostro metodo sempre su questo punto. Dicono: “Come potete far progredire il bambino se non ne correggete gli errori?”. Nell’educazione comune il compito fondamentale dell’insegnante è quello di correggere, tanto nel campo morale che in quello intellettuale; l’educazione cammina secondo due direttive: dare premi o dare punizioni; ma se un bimbo riceve premi o punizioni, significa che non ha l’energia di guidarsi e che egli si rimette alla continua direzione dell’insegnante. I premi e le punizioni, in quanto estranei al travaglio spontaneo dello sviluppo del bambino, sopprimono e offendono la spontaneità dello spirito. Non possono perciò aver luogo nelle scuole, come le nostre, dove si vuol rendere possibile e difendere la spontaneità. I bambini lasciati liberi, sono assolutamente indifferenti a premi e castighi.

[thumbnail target=”_self” alt=”castigo” src=”https://www.lauragiarrusso.it/wp-content/uploads/2015/03/castigo.jpg”]

L’abolizione dei premi non avrebbe suscitato proteste: in fondo, costituiva un’economia; ed in ogni caso i premi toccano a pochi e generalmente, a fine d’anno. Ma le punizioni! Questa era un’altra faccenda: esse capitano ogni giorno. Che cosa significano le correzioni sul quaderno dei compiti? Significa segnare dieci o zero! Come può rappresentare una “correzione” lo zero? Allora l’insegnante dice: “Fate sempre gli stessi errori; non ascoltate quando parlo; sarete bocciati agli esami”. Tutte le note nei quaderni, e le osservazioni delle maestre, producono una riduzione dell’energia e dell’interesse. Dire: “sei cattivo” o “sei stupido”, è umiliante: è insulto e offesa, ma non correzione, perchè il bambino per correggersi deve migliorare, e come può migliorare se già è sotto la media, ed oltre a ciò viene umiliato? In tempi antichi gli insegnanti usavano mettere le orecchie d’asino ai bimbi quando sembravano stupidi e picchiar loro le dita quando scrivevano male.

Se anche avessero sciupato tutta la carta del mondo per fare orecchie d’asino e ridotto in poltiglia i poveri ditini, non avrebbero corretto nulla: solo l’esperienza e l’esercizio correggono gli errori, e l’acquisto delle diverse capacità richiede lungo esercizio. Se un bimbo manca di disciplina, diventa disciplinato lavorando in società con altri bimbi, e non con il sentirsi dire che è indisciplinato. Se dite a uno scolaro che non sa fare una cosa, vi potrà facilmente rispondere: “Perchè me lo dici, lo so già!”. Questa non è correzione ma presentazione dei fatti. Correzione e perfezionamento vengono soltanto quando il bimbo può esercitarsi a volontà per lungo tempo. Possono anche esser commessi errori e il bambino può non accorgersi di farli: ma anche l’insegnante può sbagliare senza sapere di commettere errori. Sfortunatamente, l’insegnante di solito parte dal concetto di non sbagliare mai e di essere un esempio, così, se cade in errore, non lo dirà certo al bambino: la sua dignità è basata sull’avere sempre ragione. L’insegnante deve essere infallibile. E questo non è colpa delle insegnanti che vengono forzati dalle circostanze al comportamento descritto, ma dall’educazione scolastica che poggia sopra una base falsa.

Consideriamo l’errore per sè stesso. E’ necessario ammettere che tutti possiamo sbagliare; è una realtà della vita, cosicchè l’ammetterlo è un gran passo verso il progresso. Se dobbiamo percorrere il sentiero della verità e della realtà, dobbiamo ammettere che possiamo tutti sbagliare, altrimenti saremmo tutti perfetti. Così meglio sarà avere verso l’errore un atteggiamento amichevole e considerarlo come un compagno che vive con noi ed ha un suo scopo, perchè veramente ne ha uno. Molti errori si correggono spontaneamente nel corso della vita.

Il piccolo di un anno che comincia a camminare incerto, vacilla, cade, ma alla fine cammina bene. Corregge il suo errore crescendo e facendo la sua esperienza.

[thumbnail target%3